Cavoli, qui gira della roba pesante...
http://thesynopticon.blogspot.com/2009/03/sangreal.htmlSangreal
Isaac Newton, Fisico, Alchimista, Nel 1704, a seguito di una ricerca basata su alcuni versi del Libro di Daniele, Newton arrivò alla conclusione che il mondo sarebbe finito nel 2060 [1]Newton credeva all'esistenza di una catena di iniziati che si estendeva nel tempo fino ad una remota antichità: essi avrebbero conosciuto i segreti delle trasmutazioni e della disintegrazione della materia. Lo scienziato atomico inglese Da Costa Andrare, in un discorso pronunciato davanti ai suoi colleghi in occasione del terzo centenario di Newton, a Cambridge, nel lulio 1946, non ha esitato a lasciar intendere che l'inventore della teoria della gravitazione apparteneva forse a quella catena e non aveva rivelato al mondo che una piccola parte del suo sapere: "Io non posso" egli disse "sperare di convincere gli scettici che Newton aveva poteri di profezia o di visione speciale che gli avrebbero rivelato l'energia atomica, ma dirò soltanto che le frasi che sto per citarvi oltrepassano molto, nel pensiero di Newton che parla della trasmutazione alchimistica, la preoccupazione di uno sconvolgimento del commercio mondiale come conseguenza della sintesi del'oro. Ecco che cosa Newton scrive: 'Il modo in cui il mercurio può essere così impregnato è stato tenuto segreto da coloro che sapevano e costituisce probabilmente una porta verso qualche cosa di più nobile (della fabbricazione dell'oro) che non può essere comunicato senza che il mondo corra un immenso pericolo se gli scritti di Ermes dicono la verità'. E più avanti Newton scrive: 'Esistono altri grandi misteri oltre alla trasmutazione dei metalli, se non è una vanteria dei grandi maestri. Esso soli conoscono questi segreti'. Riflettendo sul significato profondo di questo brano, ricordatevi che Newton parla con la stessa reticenza e la stessa prudenza quando annuncia le sue personali scoperte in ottica. Da quale passato verrebbero questi grandi maestri cui allude Newton e in quale passato essi stessi avrebbero attinto la loro scienza? 'Se io sono salito così in alto è perchè ero sulle spalle di giganti' dice Newton. Atterbury, contemporaneo di Newton, scriveva: 'La modestia ci insegna a parlare con rispetto nei riguardi degli antichi, sopratutto quando non conosciamo perfettamente le loro opere. Newton che le conosceva quasi a memoria aveva per essi il più grande rispetto e li considerava uomini di profondo genio e di mente superiore, che avevano condotto le loro scoperte di tutti i generi molto più avanti di quanto oggi ci può sembrare da ciò che resta dei loro scritti. Le opere antiche perdute sono più numerose di quelle conservate e forse le nostre nuove scoperte non valgono le perdite antiche'. (tratto da "Il Mattino dei Maghi" di Louis Pauwels e Jacques Bergier)
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